-Aspetta primavera, Bandini (Waiting Until Spring, Bandini, 1938), tr. Carlo Corsi, Einaudi, 2005.

"Lui era Arturo Bandini e aveva quattordici anni. Era suo padre in miniatura, ma senza baffi. Il labbro superiore gli si arricciava con garbata crudeltà. Le lentiggini erano sparse sul suo viso come formiche su una fetta di torta", p. 19.
"La sua calligrafia, pesantemente grossolana, avrebbe potuto essere sgocciolata dal becco cruento di un falco; era lo scritto di una contadina che aveva appena sgozzato una capra", p. 28.
"E all'improvviso, in quell'aula semibuia, s'abbandonò al pianto, singhiozzando per espellere la povertà...", p. 40.
"Qualche volta sfogliava una rivista femminile, quelle riviste eleganti, di carta patinata, che gridavano di un paradiso americano destinato alle donne...belle donne che trovavano romantico il lievito; donne elegantissime che discutevano di carta igienica. Riviste e fotografie rappresentavano una categoria alquanto vaga: le donne americane", p. 55.
"Fu una serata di pura sopravvivenza...", p. 112.
"Una strada insidiosa, piena di tornanti e burroni, si snoda intorno ai pini nani che cercano di imprigionarlo con le loro aride braccia", p. 140.
"Il sole era furioso, giallo d'ira nel cielo, vendicandosi di un mondo montano che aveva approfittato della sua assenza per dormire e gelare...A occidente nuvole tempestose si allontanavano in riottosa ritirata, abbandonando il loro attacco alle montagne le cui vette immense e innocenti protendevano le loro labbra appuntite al sole, riconoscenti", p. 190.