Fëdor Dostoevskij, I demoni (1873), tr. Rinaldo Küfferle, Garzanti, 1973.
Volume II
"Ma lo sapete voi, lo sapete voi che senza l'inglese l'umanità potrebbe vivere ancora, senza la Germania pure, senza l'uomo russo lo potrebbe anche troppo bene, senza la scienza potrebbe, senza il pane potrebbe, solo senza la bellezza non potrebbe, poiché non ci sarebbe nulla da fare al mondo! Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui!", p. 524.
"Voi non perdonate nulla, perché ormai non c'è più nulla da perdonare. Non è che voi amiate, oh, ciò è più alto dell'amore! La cosa più paurosa è che si così terribilmente chiaro e che ci sia una simile gioia. Se durasse più di cinque secondi, l'anima non resisterebbe e dovrebbe scomparire. In quei cinque secondi io vivo una vita e per essi darei tutta la mia vita, perché ne val la pena",
p. 630.
"«Se non c'è Dio, io sono un dio».
«Ecco, io non ho mai potuto capire questo vostro punto: perché siete un dio?».
«Se Dio c'è, tutta la volontà è sua, e sottrarmi alla sua volontà io non posso. Se no, tutta la volontà è mia, e son costretto a proclamar l'arbitrio».
[…]
«Io sono obbligato a uccidermi, perché il momento più alto del mio arbitrio è uccidere me stesso».
«Ma non siete mica il solo a uccidervi: ci sono molti suicidi».
«Con una ragione. Ma senza alcuna ragione, ma solo per l'arbitrio, sono l'unico», p. 657.
"«Sì, perché tutti e ciascuno siamo colpevoli l'uno dinanzi all'altro. Tutti son colpevoli!»", p. 683.
