
-Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare (The Old Man and the Sea, 1952), tr. Fernanda Pivano, Mondadori, 1975.
"Il vecchio era magro e scarno e aveva rughe profonde sulla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del cancro alla pelle, provocato dai riflessi del sole sul mare tropicale. Le chiazze scendevano lungo i due lati del viso e le mani avevano cicatrici profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti. Ma nessuna di queste cicatrici era fresca. Erano tutte antiche come erosioni di un deserto senza pesci", p. 20.
"Il ragazzo tolse la vecchia coperta militare dal letto e la stese sul dorso della seggiola e sulle spalle del vecchio. Erano spalle strane, ancora forti per quanto molto vecchie, e anche il collo era ancora robusto e le righe non erano moto visibili quando il vecchio dormiva e aveva la testa piegata in avanti […] Però la testa del vecchio era molto vecchia e quando aveva gli occhi chiusi il viso era senza vita", p. 25.
"Era considerata una virtù non parlare se non in caso di necessità, sul mare, e il vecchio l'aveva considerata tale e l'aveva rispettata. Ma ora diceva spesso ad alta voce i suoi pensieri poiché non vi era nessuno che potesse esserne disturbato", p. 39.
"Fagliela pagare la lenza, pensò. Se vuole più lenza, fagliela pagare.
Non vedeva i salti del pesce, ma udiva il fendersi dell'oceano e il tonfo del pesce quando gli cadeva. La velocità della lenza gli faceva tagli profondi nelle mani, ma lui aveva sempre saputo che questo sarebbe successo e si sforzò di esporre ai tagli le parti callose e di non lasciar scivolare la lenza sul palmo della mano e non tagliarsi le dita", p. 66.
"Allora il pesce tornò in vita, recando in sé la sua morte, e si librò alto fuori dell'acqua mostrando tutta la grande lunghezza e larghezza e tutta la sua forza e la sua bellezza. Parve restare sospeso nell'aria sul vecchio nella barca. Poi precipitò in acqua in un crollo che coprì di spuma il vecchio e tutta la barca", p. 72.
"Ma gli piaceva pensare a tutte le cose che gli capitavano e poiché non c'era niente da leggere e non aveva la radio, pensò molto e continuò a pensare al peccato. Non hai ucciso il pesce soltanto per vivere e per venderlo come cibo, pensò. L'hai ucciso per orgoglio e perché sei un pescatore. Gli volevi bene quand'era vivo e gli hai voluto bene dopo. Se gli vuoi bene non è un peccato ucciderlo. O lo è ancora di più?", p. 80